• N O M A D I C A | B O L O G N A , A p r i l e 2 0 1 5

    On: 2 Aprile 2015
    In: 2014/2015
    Views: 1574
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    10.11.12 aprile, Spazio Menomale, via de’ Pepoli 1/a
    in collaborazione con la Cineteca di Bologna

    Nomadica _ Atelier per le arti e il cinema di ricerca
    seminario II : Franco Piavoli
    “VERSO L’ALFABETO (PERDUTO) DELLA REALTA'”

    atelier_Nomadica_3

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    10.11 aprile, Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65
    parallelamente al seminario, in collaborazione con la Cineteca di Bologna

    RETROSPETTIVA DI FRANCO PIAVOLI

    Franco_Piavoli_Nostos_Nomadica

    > 10 aprile, ore 20.15
    alla presenza del maestro Franco Piavoli
    IL PIANETA AZZURRO
    Italia, 1982 (88′ – 35mm, col., copia in pellicola 35mm dalla Cineteca Nazionale)
    Sceneggiatura, regia, fotografia, montaggio: Franco Piavoli

    > 11 aprile, ore 18.00
    alla presenza del maestro Franco Piavoli
    NOSTOS – IL RITORNO
    Italia, 1989 (87′ – 35mm, col., copia in pellicola 35mm dalla Cineteca Nazionale)
    Sceneggiatura, regia, fotografia, montaggio e suono: Franco Piavoli
    a seguire
    SELEZIONE DI CORTOMETRAGGI di Franco Piavoli:
    Evasi (1964, 12′) / Le stagioni (1961, 25′) / Emigranti (1963, 12′) / Domenica sera (1962, 12′)
    (dall’edizione dvd “Poesie in 8 mm” edita dalla Cineteca Italiana)

    [per gli iscritti al seminario, gli ingressi alle proiezioni in Cineteca sono gratuiti]

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    15 aprile, 21.00 – Modo Infoshop, via Mascarella 24/b
    in collaborazione con Libreria ModoInfoshop

    “LAMPI. La fotografia vista dall’occhio dei grandi del cinema.”
    un testo di Claudio Capanna
    intervengono Claudio Capanna, Francesco Cattaneo, Alice Cesari e Giuseppe Spina

    Kiarostami_snow002_nomadica

    Cos’hanno in comune Andrej Tarkovskij, Stanley Kubrick, Wim Wenders o Leni Riefenstahl, oltre al legame indissolubile per il cinema? Questi autori sono stati in momenti e forme diverse, anche fotografi e hanno spesso lasciato la loro impronta sulla storia di questa moderna forma d’arte.
    Il regista – fotografo è un esule, in fuga dai complessi sistemi produttivi della macchina cinema. Egli trova rifugio sicuro nella fotografia, arte solitaria e poetica, fumosa e astratta come gli scatti di Luigi Ghirri o le poesie di Tonino Guerra.

    Questo libro è formato da una serie di saggi, apparsi in modo non continuativo sulle riviste “Carte di Cinema” e “Rifrazioni – dal cinema all’oltre” tra il 2007 e il 2013. Il testo si propone di approfondire il legame tra arte cinematografica e fotografia, ed in particolare di analizzare il lavoro di alcuni grandi cineasti che hanno dedicato una parte della loro carriera (e in alcuni casi della loro vita privata) alla fotografia.
    Nasce così la figura del regista – fotografo, che si trova ad affrontare le specifiche tecniche ed artistiche di due forme di comunicazione complesse e fondamentali nel panorama sociologico e antropologico degli ultimi due secoli.

    Claudio Capanna nasce a Roma nel 1980. Si laurea in cinema e inizia nel 1999 a realizzare documentari e cortometraggi, presentati in vari festival internazionali. Nel 2006 si sposta a Parigi e studia cinema documentario presso gli Ateliers Varan. Successivamente viaggia in Sud America e Africa centrale e lavora per conto di ONG, come fotografo e regista. Dal 2008 ad oggi ha collaborato con alcuni grandi network televisivi europei, come Arte France, RSI, SF , SVT, Sky Italia, Rai News 24. Nel 2012 realizza, con Chafik Allal, il film Bateau Ivre che è stato proiettato alla Cineteca di Bologna e ha vinto diversi premi in festival europei ed africani. Attualmente vive a Bruxelles, lavora presso la televisione pubblica belga (RTBF), e contemporaneamente realizza un documentario sul mondo dei bambini prematuri.

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    24 aprile, 21.45 – Spazio Menomale, via de’ Pepoli 1/a
    per la prima volta a Bologna

    “LE SEDIE DI DIO”
    un film di Jérôme Walter Gueguen

    Jérôme è un regista che vuole fare un film importante, che incarni i nostri tempi e la sempiterna crisi del presente. Vuole fare un film che possa unire denuncia sociale e commedia, intimismo e surrealtà. Jérôme vuole fare un film sulle sedie. Oggetti simbolo di ogni ragionamento semiologico, strumenti quotidiani di utile semplicità, le sedie sono l’incarnazione perfetta di ogni processo produttivo, icona semplice per parlare di economia e di produzione. Ma, come una pila di seggiole accatastate, anche il film è una pellicola su più strati e più livelli. Nanni Moretti, Elio Petri, i mockumentary, le videoinstallazioni; Jérôme e il suo film sulle sedie attraverseranno ogni fase cinematografica, ogni genere, per diventare un film de-genere, de-strutturato, de-localizzato. Le sedie di Dio spinge lo spettatore a uno scarto: chi sono i personaggi? È reale quello che accade? Mentre le riprese del film di Jérôme avanzano, anche i confini stessi della pellicola che lo spettatore sta guardando iniziano a confondersi. Enrico produttore scettico, Simone scrittore spiantato, la Francia, l’Italia, la Cina. Appassionanti, impegnati, indecisi, irritanti o accattivanti, i personaggi sono ogni possibile declinazione del prodotto (artistico) cinematografico, e forse, come ogni buon prodotto che si rispetti, rischieranno di finire fuori produzione. – Andrea Lavagnini, Milano Film Festival

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    le_sedie_di_dio_Jérôme_Walter_Gueguen_nomadica

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  • “Lampi” di Claudio Capanna

    On: 1 Aprile 2015
    In: 2014/2015
    Views: 1176
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    Bologna, 15 aprile 2015, ore 21.00 – Modo Infoshop, via Mascarella 24/b
    in collaborazione con Libreria ModoInfoshop

    “LAMPI. La fotografia vista dall’occhio dei grandi del cinema.”
    un testo di Claudio Capanna
    intervengono Claudio Capanna, Francesco Cattaneo, Alice Cesari e Giuseppe Spina

    Kiarostami_snow002_nomadica

    Cos’hanno in comune Andrej Tarkovskij, Stanley Kubrick, Wim Wenders o Leni Riefenstahl, oltre al legame indissolubile per il cinema? Questi autori sono stati in momenti e forme diverse, anche fotografi e hanno spesso lasciato la loro impronta sulla storia di questa moderna forma d’arte.
    Il regista – fotografo è un esule, in fuga dai complessi sistemi produttivi della macchina cinema. Egli trova rifugio sicuro nella fotografia, arte solitaria e poetica, fumosa e astratta come gli scatti di Luigi Ghirri o le poesie di Tonino Guerra.

    Questo libro è formato da una serie di saggi, apparsi in modo non continuativo sulle riviste “Carte di Cinema” e “Rifrazioni – dal cinema all’oltre” tra il 2007 e il 2013. Il testo si propone di approfondire il legame tra arte cinematografica e fotografia, ed in particolare di analizzare il lavoro di alcuni grandi cineasti che hanno dedicato una parte della loro carriera (e in alcuni casi della loro vita privata) alla fotografia.
    Nasce così la figura del regista – fotografo, che si trova ad affrontare le specifiche tecniche ed artistiche di due forme di comunicazione complesse e fondamentali nel panorama sociologico e antropologico degli ultimi due secoli.

    Claudio Capanna nasce a Roma nel 1980. Si laurea in cinema e inizia nel 1999 a realizzare documentari e cortometraggi, presentati in vari festival internazionali. Nel 2006 si sposta a Parigi e studia cinema documentario presso gli Ateliers Varan. Successivamente viaggia in Sud America e Africa centrale e lavora per conto di ONG, come fotografo e regista. Dal 2008 ad oggi ha collaborato con alcuni grandi network televisivi europei, come Arte France, RSI, SF , SVT, Sky Italia, Rai News 24. Nel 2012 realizza, con Chafik Allal, il film Bateau Ivre che è stato proiettato alla Cineteca di Bologna e ha vinto diversi premi in festival europei ed africani. Attualmente vive a Bruxelles, lavora presso la televisione pubblica belga (RTBF), e contemporaneamente realizza un documentario sul mondo dei bambini prematuri.

    Francesco Cattaneo è ricercatore in Estetica presso l’Università di Bologna, dove tieni i corsi di Estetica e Poetica e Retorica. Si occupa principalmente di problemi della filosofia tedesca tra Otto- e Novecento e ha pubblicato i libri Luogotenente del nulla. Heidegger, Nietzsche e la questione della singolarità (Bologna, Pendragon, 2009) e La potenza del negativo. Saggi sulla storicità dell’esperienza (Bologna, Pendragon, 2010); inoltre, ha co-curato il numero monografico della rivista “Chora” dedicato a Il nichilismo e il problema del nulla (2008), il numero monografico della rivista “Studi di Estetica” dedicato ad Anceschi e gli specchi dell’estetica (2013) e i volumi I sentieri di Zarathustra (Bologna, Pendragon, 2009), Domandare con Gadamer. Cinquant’anni di “Verità e metodo” (Milano/Udine, Mimesis, 2011) e Da quando siamo un colloquio. Percorsi ermeneutici nell’eredità nietzschiana (Roma, Aracne, 2011). Si occupa anche di estetica del cinema, nel cui ambito ha pubblicato Terrence Malick. Mitografie della modernità (Bergamo/Pisa, Edizioni di Cineforum/ETS, 2006) e curato Werner Herzog, Incontri alla fine del mondo. Conversazioni tra cinema e vita (Roma, Minimum Fax, 2009). Collabora con le riviste “Estetica. Studi e ricerche”, “Studi di Estetica”, “Cineforum” e “Rifrazioni. Dal cinema all’oltre”.

    Alice Cesari – Bologna, 1986 // Artista visiva interessata all’intersezione fra un approccio analogico alla fotografia, alla visione, ai materiali, con la trasversalità dei nuovi media e il loro influsso sul corpo sociale. La ricerca si estende nel campo dell’installazione, del suono, della videoarte. Ha studiato filosofia all’Università di Bologna, è consigliere con delega alla cultura nel comune di Molinella, lavora nel campo della comunicazione visiva.

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  • Gennaio14, Magazzino Parallelo, Cesena

    On: 3 Gennaio 2014
    In: 2013/2014
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    Rassegnati! Rassegna per i non rassegnati.

    a cura di Francesco Selvi ed Elena Prati per Nomadica

    lunedì 6 gennaio 21.30
    Tomorrow’s Land
    un film di Andrea Paco Mariani e Nicola Zambelli (Palestina, 2011, 78′)
    saranno presenti Giuseppe Spina, direttore di Nomadica e il regista Andrea Paco Mariani

    lunedì 13 gennaio 21.30
    Bateau Ivre
    un film di Chafik Allal e Claudio Capanna (Belgio, Italia, Algeria, 2012, 64′)

    lunedì 27 gennaio 21.30
    L’uomo con il megafono
    un film di Michelangelo Severgnini (Italia, 2012, 62′)

    Cerca qui gli autori per saperne di più

    rassegnati_nomadica_cesena

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  • Chafik Allal

    On: 23 Dicembre 2013
    In: Senza categoria
    Views: 0
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    BATEAU IVRE

    Belgio (Italia, Algeria), 01:04:00, 2012
    un film di Chafik Allal e Claudio Capanna

    con Jean-Michel Vovk
    voce off Emilie Marechal
    regia Chafik Allal e Claudio Capanna
    fotografia Valentina Summa
    montaggio Laurence Vaes
    suono in presa diretta Jean-Luc Fichefet
    scenografia Laurence Halloy
    musiche Bertrand Leroy e Stephane Gregoire
    post Production Franck Ravel Presso Charbon Studio, Bruxelles
    prodotto da Chafik Allal, Claudio Capanna e Pacha Films
    con il sostegno di Collectif Paulo Freire e Atelier Alfred
    screening format DCP

    Sinossi
    Un professore porta la propria classe in gita su un battello lungo il canale Bruxelles-Charleroi, in Belgio. Gli allievi sono per la maggior parte immigrati di origine africana, adulti che stanno frequentando un corso di alfabetizzazione alla lingua francese. Alla classe era stato assegnato il compito di leggere il romanzo “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad per poi discuterne quel giorno insieme. L’insegnante tenta di raccogliere impressioni e commenti tra i suoi studenti, anche attraverso delle provocazioni piuttosto esplicite. Sceglie di concentrarsi, in particolar modo, sul tema del colonialismo e sulle sue implicazioni nel rapporto tra la popolazione africana e quella europea. Le reazioni che otterrà saranno totalmente inaspettate e condurranno a momenti di conflittualità e tensione.

    Note di regia
    Bateau Ivre nasce dal desiderio di tracciare il legame storico e culturale esistente tra il nord e il sud del mondo a partire da un gruppo d’immigrati che tentano d’integrarsi nell’area urbana di Bruxelles. Il battello che percorre il canale Bruxelles-Charleroi è metafora della deriva morale della società rappresentata dal protagonista. All’esterno il cambiamento del paesaggio esprime questo stesso concetto e conferisce alla storia un valore universale. I colori, infatti, che inizialmente sono caldi e avvolgenti confluiscono lentamente in un’unica cromia che attribuisce alle immagini una sottile deformazione drammatica. Non appena siamo entrati in contatto con questo gruppo d’immigrati abbiamo percepito una grande ricchezza e un’urgenza di raccontarsi. Le loro reazioni alle provocazioni di Jean- Michel ci hanno spiazzato in un primo momento. Poi, però, ci siamo resi conto che lì si trovava il valore umano e il cuore della nostra ricerca artistica. La scelta di concentrarsi sul romanzo Cuore di tenebra è stato quasi un approdo naturale. Il capolavoro del novecento raccoglie in sé le contraddizioni della cultura occidentale all’epoca del colonialismo e rimane un testo fondamentale per la comprensione di determinati meccanismi sociali della contemporaneità.

    Chafik Allal nasce in Algeria nel 1969 , ma vive in Belgio da quindici anni. È dottore in matematica e giornalista. Ha lavorato per qualche anno come ricercatore prima di dedicarsi al cinema con un particolare riguardo per le dinamiche e i legami culturali tra il nord e il sud del mondo. Il suo primo cortometraggio Attentat è stato presentato nel 2009 al festival di Brno in Repubblica Ceca e ad altri festival. Attualmente lavora presso l’ONG ITECO e come collaboratore esterno presso la CTB (agenzia belga per lo sviluppo). Recentemente ha terminato la realizzazione di una serie di interviste a Jean Sur, un intellettuale francese. Saranno distribuite in dvd in autunno.

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  • Claudio Capanna

    On: 23 Dicembre 2013
    In: Senza categoria
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    BATEAU IVRE

    Belgio (Italia, Algeria), 01:04:00, 2012
    un film di Chafik Allal e Claudio Capanna

    con Jean-Michel Vovk
    voce off Emilie Marechal
    regia Chafik Allal e Claudio Capanna
    fotografia Valentina Summa
    montaggio Laurence Vaes
    suono in presa diretta Jean-Luc Fichefet
    scenografia Laurence Halloy
    musiche Bertrand Leroy e Stephane Gregoire
    post Production Franck Ravel Presso Charbon Studio, Bruxelles
    prodotto da Chafik Allal, Claudio Capanna e Pacha Films
    con il sostegno di Collectif Paulo Freire e Atelier Alfred
    screening format DCP

    Sinossi
    Un professore porta la propria classe in gita su un battello lungo il canale Bruxelles-Charleroi, in Belgio. Gli allievi sono per la maggior parte immigrati di origine africana, adulti che stanno frequentando un corso di alfabetizzazione alla lingua francese. Alla classe era stato assegnato il compito di leggere il romanzo “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad per poi discuterne quel giorno insieme. L’insegnante tenta di raccogliere impressioni e commenti tra i suoi studenti, anche attraverso delle provocazioni piuttosto esplicite. Sceglie di concentrarsi, in particolar modo, sul tema del colonialismo e sulle sue implicazioni nel rapporto tra la popolazione africana e quella europea. Le reazioni che otterrà saranno totalmente inaspettate e condurranno a momenti di conflittualità e tensione.

    Note di regia
    Bateau Ivre nasce dal desiderio di tracciare il legame storico e culturale esistente tra il nord e il sud del mondo a partire da un gruppo d’immigrati che tentano d’integrarsi nell’area urbana di Bruxelles. Il battello che percorre il canale Bruxelles-Charleroi è metafora della deriva morale della società rappresentata dal protagonista. All’esterno il cambiamento del paesaggio esprime questo stesso concetto e conferisce alla storia un valore universale. I colori, infatti, che inizialmente sono caldi e avvolgenti confluiscono lentamente in un’unica cromia che attribuisce alle immagini una sottile deformazione drammatica. Non appena siamo entrati in contatto con questo gruppo d’immigrati abbiamo percepito una grande ricchezza e un’urgenza di raccontarsi. Le loro reazioni alle provocazioni di Jean- Michel ci hanno spiazzato in un primo momento. Poi, però, ci siamo resi conto che lì si trovava il valore umano e il cuore della nostra ricerca artistica. La scelta di concentrarsi sul romanzo Cuore di tenebra è stato quasi un approdo naturale. Il capolavoro del novecento raccoglie in sé le contraddizioni della cultura occidentale all’epoca del colonialismo e rimane un testo fondamentale per la comprensione di determinati meccanismi sociali della contemporaneità.

    Claudio Capanna nasce a Roma nel 1980. Si laurea in cinema con una tesi sul regista tedesco Werner Herzog. Inizia a lavorare nel settore audiovisivo nel 1999 e realizza documentari e cortometraggi presentati a vari festival internazionali.
    Nel 2005 presenta il suo cortometraggio L’Antenato al Brooklin International Film Festival e al Festival di Sulmona, mentre nel 2006 Gran Rumore è selezionato dal Palm Sprig Short International Film Festival, Syracuse International Film Festival e altre rassegne internazionali.
    Successivamente viaggia in Sud America e Africa centrale e scatta reportage fotografici. Nel 2006 si sposta a Parigi e studia cinema documentario presso gli Ateliers Varan. Comincia, quindi, a lavorare per Arte France realizzando una serie di reportage sull’Italia.
    Attualmente vive a Bruxelles e lavora presso la televisione di stato belga (RTBF).

    Bateau ivre, Claudio Capanna

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