• Il cinema d’animazione di Manfredo Manfredi

    On: 28 Novembre 2020
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    In sessant’anni di carriera Manfredo Manfredi e la sua arte animata hanno attraversato la storia stessa del cinema italiano, e ne sono una manifestazione concreta. Manfredi ha lavorato per la TV nei primi anni sessanta, poi come tanti giovani della sua generazione – da Brocani a Olmi – per la mitica Corona Cinematografica, quando legge e soldi lo consentivano; per un breve periodo ha continuato in solitudine, auto-producendosi, e tra il 1980 e la metà dei ’90 ha fatto parte di una società, la Cineteam, con la quale ha realizzato film, decine di sigle per programmi Rai, spot pubblicitari. Nei vent’anni successivi si dedica esclusivamente alla pittura, arte che pratica fin dall’infanzia. Nel 2015 ritorna al cinema realizzando un nuovo film, auto-prodotto, a cui abbiamo avuto l’onore di dare il nostro amichevole apporto.
    In queste lunghe fasi sono radicalmente cambiati tempi, temi, possibilità, denari e modi, e Manfredo ha continuato a portare avanti la sua sperimentazione, la ricerca artistica, la sensibilità narrativa, lavorando quasi sempre da solo o con troupe ridottissime, intrecciando tali pratiche produttive allo sviluppo di decine di tecniche e di storie differenti, senza mai minare la propria coerenza artistica.
    A dimostrarlo è la sua filmografia di cui pubblichiamo vari esempi, da K.O. del 1969 a Lo spirito della notte del 2018, oltre a un provino inedito per il VI Canto dell’Inferno di Dante e a una selezione di sigle per storici programmi televisivi. (gs)

    Una breve biografia e dei testi critici.

    frame da “I lupi e gli agnelli” (1970)

    K.O. (1969)
    Regia, soggetto e animazione: Manfredo Manfredi; musica: Franco Brugnolini; fotografia: Elio Gagliardo; produzione: Corona Cinematografica
    E’ la storia di un doppio fallimento. L’ambulanza attraversa la notte, i medici cercano di salvare un uomo, il suo cuore pulsa ancora. Su un ponte della ferrovia un altro uomo accovacciato presso i binari, è un ex pugile, oggi venditore di noccioline nello stesso stadio dove un tempo gareggiava. Dal flusso dei suoi ricordi assistiamo al suo ultimo incontro fino al K.O. finale che si va a collegare con la scena iniziale del film con l’ambulanza, i medici e il cuore che lentamente si ferma. L’uomo dal ponte si lancia nel vuoto ma viene salvato….
    E’ mattina, il primo sole scopre l’uomo seduto presso il fiume… la vita continua.

    IL MURO (1970)
    Regia, soggetto e animazione:  Manfredo Manfredi; musica: Vieri Tosatti; fotografia: Franco Zambelli; produzione: Corona Cinematografica
    Un film sugli orrori della guerra e sulla responsabilità morale dell’artista che vuole rappresentarla.
    Il film di taglio gotico è del 1970, sono quelli gli anni della grande paura della Bomba, la guerra fredda domina la politica internazionale e il conflitto del Vietnam è agli esordi. L’idea del film parte proprio da queste paure che tanto animavano le coscienze di allora. Il film è una riflessione sulla violenza e sulla pretesa “verità” dell’opera d’arte: la verità sta nella vita, l’arte è un sogno… forse.
    Il film si avvale dei miei primi tentativi di pittura diretta sia sotto l’occhio della ripresa, sia direttamente sulla pellicola.

    Medaglia di Bronzo alla X° edizione del Cartamen di Barcellona.

    NUVOLE (1975)
    Regia, soggetto e animazione: Manfredo Manfredi; musica: a cura di Aldo Raparelli; fotografia: Franco Zambelli; produzione: Corona Cinematografica
    Nel buio profondo qualcosa si muove. Un piccolo germe ostinatamente si propone alla vita con caparbia determinazione. Prima lottando contro misteriose forze che lo vorrebbero distruggere, poi crescendo e fortificandosi sotto l’indifferente sguardo di un ampio cielo percorso da nuvole che pigramente trasmigrano, seguendo l’ininterrotto flusso del tempo. Il film è una metafora della vita, un ciclo si è chiuso ma nel buio profondo già qualcosa si muove…

    IMMAGINI (1976)
    Regia, soggetto e animazione Manfredo Manfredi; musica a cura di Aldo Raparelli; fotografia Franco Zambelli; produzione Corona Cinematografica.
    Una successione di emozioni visive in una specie di rotocalco filmato dove i brani seguono una logica ironico/drammatica che pone in luce con evidenza le manie, le paure e i miti che scuotevano la società neo-consumistica di quegli anni, cercando però di superare la pura cronaca per avventurarsi in una riflessione sul senso del vedere e dell’immaginare.
    La tecnica usata va dal disegno in diretta al rotoscope al work in progress, al citazionismo, alla contaminazione fotografica.


    DEDALO (1976)
    Regia, soggetto e animazione Manfredo Manfredi; musica a cura di Aldo Raparelli; fotografia Sergio Faiella; produzione Cineteam.
    L’apertura di una finestra per il vento, nell’interno vuoto un uomo e una donna siedono uno di fronte all’altro. L’uomo si alza per chiudere la finestra ma passando dietro alla donna, la afferra, la soffoca, la uccide. Poi la storia si srotola in un continuo rimbalzo di situazioni dove la percezione del presente, del passato o della pura immaginazione, si sovrappongono sfumando i propri limiti che diventano ambigui e allusivi fino alla chiusura del cerchio e del racconto.
    Come all’inizio: il vento, l’apertura della finestra, l’uomo e la donna, l’uomo che si alza e sfiora la donna con una mano che ricambia voltandosi in un gesto affettuoso e complice, poi l’uomo chiude la finestra… Nulla è successo?… Un film sull’ambiguità delle cose in un labirinto memoriale.

    Dedalo vinse nel 1976 il primo premio al Festival di Ottawa e nello stesso anno una Nomination agli Oscar, nel 1977 il Premio Label in Francia, nel 1979 il Nastro d’Argento in Italia.

    La regina della notte, 1978 – 3’ (da “Il flauto magico” di Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati)
    E’ l’interpretazione animata del celebre brano dal capolavoro mozartiano “Il flauto magico”, inserito poi nell’opera che Gianini e Luzzati stavano realizzando.


    Canto VI dell’Inferno della Divina Commedia di Dante – Provino (1992)
    Regia e animazione: Manfredo Manfredi; voce: Carlo D’Angelo; produzione: Cineteam
    Il provino faceva parte di un progetto ambizioso che ha lasciato tracce ma che non arrivò mai a concretizzarsi. Rimangono vari provini, studi, storyboard (completi quelli del I° e del XXVI° Canto) e la realizzazione completa del Canto XXVI° (quello di Ulisse) che entrò poi nel progetto Rai Educational Mondo 3.
    Il provino del VI° Canto ha la durata di circa 3′ e si riferisce alla discesa di Dante e Virgilio all’interno del terzo Cerchio dei golosi, dall’incontro con Cerbero fino all’apparizione di Ciacco. La tecnica usata è quella del rotoscope.

    Canto XXVI dell’Inferno della Divina Commedia di Dante (1997)
    Regia e animazione: Manfredo Manfredi; Lettura: Vittorio Sermonti; Produzione: Cineteam
    Un’interpretazione filmica pittorica sul testo integrale del Canto di Ulisse, letto da Vittorio Sermonti.
    Era difficile dare forma a quell’oceano infinito che è l’Inferno di Dante, a questo scopo cercai una tecnica che mi potesse dare grande libertà di espressione e che avesse anche possibilità di una “luce interiore”. Scelsi la pittura ad olio, da eseguirsi su un vetro frapposto tra la cinepresa e la fonte luminosa in modo da ricavarne una luce come filtrata da una vetrata. Questa tecnica di pittura in diretta, comportava ampi rischi primo fra tutti l’impossibilità della ripetizione in caso d’errore. Per alcuni passaggi con effetti, feci anche uso di una fotocopiatrice usandola con movimenti manuali. Il film entrò nel progetto RAI Educational Mondo 3.

    Il film entrò nel progetto RAI Educational Mondo 3.

    Le città invisibili (1998)
    Regia e animazione: Manfredo Manfredi; fotografia: Franco Sorichetti; produzione: Cineteam
    L’Istituto Italiano degli Studi Filosofici Mondo 3 di RAI Educational, mi invitò a dare un’interpretazione ad uno dei tanti testi della grande letteratura mondiale, scelti da un comitato internazionale di esperti, da inserirsi poi, con altre testimonianze, all’interno di una Enciclopedia Multimediale che si stava creando.
    Scelsi “Le città invisibili” di Italo Calvino che già amavo e che, per il suo modo visionario, sentivo particolarmente vicino. Da un punto di vista stilistico ho scelto il disegno su carta, mi interessava il senso fluido del racconto, la magia onirica del ricordo nel ritmo ripetuto del tempo.
    Riaffiora poi il reale che riconduce lo spettatore al foglio di carta che svela il quotidiano esibendo i processi di costruzione del film: i disegni all’interno del fotogramma svelano i numeri d’identificazione delle scene, i nomi delle città, il quotidiano insomma riconquista lo spazio.

    LO SPIRITO DELLA NOTTE (2018)
    Regia, soggetto e animazione Manfredo Manfredi; suono e musica Andrea Martignoni; realizzato in collaborazione con Nomadica.
    L’artista ritorna nel suo atelier, di notte. Le fantasie, le inquietudini, i ricordi si sovrappongono e prendono vita, fino all’alba, quando il mondo riprende la routine quotidiana.
    Note di regia: La notte è spesso intesa come un luogo altro, uno spazio dionisiaco dove aleggia il dubbio opposto all’apollinea certezza del giorno. Uno spazio dove la mente si avventura, all’approssimarsi del sogno, nel groviglio dei sensi oppure nella più lucida speculazione intellettuale. La notte è però anche un luogo dell’Arte: ed è a questo luogo mentale e fisico che si ispira questo breve film che nasce dopo un lungo periodo di riflessione rispetto al cinema d’animazione.

    Sigle TV (’78/’90)
    Per tutti gli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 pensai e realizzai per RAI TV molte sigle per programmi culturali, di cinema e d’intrattenimento. Avevo molta libertà d’azione e quindi ebbi modo di dare sfogo alla fantasia e sperimentare nuove tecniche. In quegli stessi anni, seguendo il mio istinto o forse reagendo alla marea crescente delle nuove tecnologie elettroniche, ho spesso usato una tecnica di grande semplicità e complessità insieme, quella cioè di lavorare direttamente, fotogramma per fotogramma, sotto la macchina da presa: un work in progress che concedeva ampi spazi all’estro e all’improvvisazione.

    • Carosello (sigla, 1962)
    • Rai. Di tutto di più.
    • Il fascino dell’insolito. Itinerari nella letteratura dal gotico alla fantascienza. A cura di Angelo Ivaldi.
    • Una lingua per tutti. Il russo.
    • L’urlo della città. Metropoli e violenza nel cinema americano anni ’70. A cura di Enrico Ghezzi.
    • Tutto Shakespeare. A cura di Giampiero Maccioni. Consulenza letteraria di Agostino Lombardo. Direzioni artistica di Maurizio Scaparro.
    • Tutto Shakespeare (versione inedita).
    • Germania pallida madre. A cura di Vieri Razzini e Enrico Ghezzi.
    • Schegge di futuro. Science fiction ’70/’80. A cura di Enrico Ghezzi.
    • Cinque storie inquietanti. A cura di Carlo Di Carlo.
    • Una certa idea della Francia (secondo ciclo). Chabrol, Granier-Deferre e (affettuosamente) anche gli altri… A cura di Claudio G. Fava
    • Il giallo ha mille occhi. A cura di Carlo Brancaleoni, Marzia Positano, Anna Albanese, Vieri Razzini.
    • Sette passi nel fantastico. A cura di Nedo Ivaldi.
    • Gegorvit (spot)

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  • Manfredo Manfredi – Breve biografia e testi critici

    On: 8 Dicembre 2014
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    Biografia
    Manfredo Manfredi (1934), dopo aver frequentato a Roma la Facoltà di Architettura, nel 1958 si diploma in Scenografia all’Accademia di Belle Arti. Inizia la sua attività di scenografo nel 1960, come aiuto di Piero Filippone nel film Antinea, l’amante della città sepolta. Nel 1962 realizza i disegni per la sigla di Carosello e le scenografie di film, documentari e spettacoli televisivi. Cresce dunque nell’ambiente romano che è in quegli anni uno dei centri artistici più attivi al mondo: suoi amici sono Pascali, Kounellis, Ceroli, Piruca, che hanno segnato la ricerca artistica italiana. La sua sperimentazione nel campo del cinema d’animazione inizia nel 1963, con cortometraggi di denuncia sociale come Ballata per un pezzo da novanta (1966) sulla mafia siciliana, o Su sàmbene non est abba (Il sangue non è acqua, 1968), sul banditismo in Sardegna, che ottiene vari riconoscimenti tra cui il Nastro d’argento come miglior cortometraggio.
    Dal 1968 al 1975 si dedica alla regia di numerosi film brevi prodotti dalla Corona Cinematografica. Del 1975 è Uva salamanna che vince il Festival cinematografico internazionale di Mosca. Nel 1977 ottiene la nomination all’Oscar come miglior cortometraggio d’animazione con Dedalo, e il Gran Premio al festival di Ottawa – in quel periodo il festival d’animazione più importante al mondo. Negli anni successivi diventa socio della romana Cineteam e realizza film istituzionali, special televisivi, decine di spot pubblicitari e sigle TV. I film più importanti di questo periodo, metà novanta, sono splendidi adattamenti cinematografici da opere letterarie: Il canto XXVI dell’Inferno, da Dante (si tratta del canto di Ulisse) e Le città invisibili da Italo Calvino. Nel contempo come pittore ha sviluppato la sua ricerca nell’ambito dell’espressionismo astratto, attività che continua tutt’oggi. “E’ un pittore che, assai più di altri, ha lavorato lungamente nell’ombra e per alcuni lustri non ha fatto mostre” scrive Marcello Venturoli, curatore di una grande personale dedicatagli a Roma nel 1992.  Dopo 20 anni interamente dedicati alla pittura ritorna al cinema d’animazione con un nuovo film dal titolo Lo spirito della notte, prodotto e diffuso in collaborazione con Nomadica. I suoi film sono stati più volte trasmessi dal programma “Fuori Orario – cose mai viste”, Raitre.

    Biography
    Manfredo Manfredi (1934) grows up in Rome where he goes to the Architecture faculty and he graduates from set design in 1958 at the “Accademia di Belle Arti”. He begins his set design’s work in the 1960, as the assistant director of Piero Filippone in the movie Antinea, l’amante della città sepolta. In the 1962 he makes the drawings for the italian Carosello’s tune and the set design of other movies, documentaries and television shows. He grows up in the work environment of Rome which in those years is one of the most active artistic centers in the world: his friends are 
Pascali, Kounellis, Ceroli, Piruca, who have signed the italian artistic research. His experimentation in the field of animation’s filmmaking begins in 1963, with short movies of social denounce like
    Ballata per un pezzo da Novanta (1966) about sicilian mafia, or Su Sambene non est abba (Water is not Blood, 1968), about sardinian banditry, which obtains different eulogies in which the Nastro
D’argento as the best short movie. From the 1968 to the 1975 he works as director of many short movies produced by the Corona Cinematografica. Uva Salamanna made in the 1975 wins the International Cinematographic Festival of Mosca. In the 1977, with Dedalo, he obtains the nomination for the Oscar as the best animation short movie, and the Big Prize at the Ottawa’s festival – at that time the most important in the world animation movies festival. In the next
years he becomes member of the Cineteam in Rome and he makes istitutional movies, television special shows, dozens of Tv commercials and theme songs. 
The most important movies in the middle of the nineties years are wonderful screen adaptations from literary works: The Canto XXVI of the Inferno, by Dante (it is the canto of Ulisse ) and Le città invisibili by Italo Calvino. In the meanwhile, until nowadays, he has developed his research as a painter in the field of abstract expressionism.He is a painter who, much more than others, has worked for a long time in the shadow and for some decades he has not made exhibitions”, that is what Marcello Venturoli wrote, who was the superintender of a monograph exhibition dedicated to Manfredi in Rome in the 1992. After 20 years entirely dedicated to painting, he returns to the animation filmmaking, with a new movie called Lo spirito della notte, produced and distribuited in collaboration with Nomadica. Manfredi’s movies have been different times broadcasted by Raitre, the italian Tv chanel’s, in the programme “Fuori Orario – Cose mai viste”.

    dante_manfredo_manfredi_nomadica

     

    Filmografia / Filmography
    L’albero (co-realizzatore Guido Gomas), 1963
    Ballata per un pezzo da novanta (co-realizzatore Guido Gomas), 1965
    Terun, un treno dal sud (co-realizzatore Guido Gomas), 1966
    Sonata per violino solo (co-realizzatore Guido Gomas), 1967
    La spaccata (co-realizzatore Guido Gomas), 1967
    Su sambene no est aba (“Il sangue non è acqua”, co-realizzatore Guido Gomas), 1968
    Rotocalco, 1969
    K.O., 1969
    Il muro, 1970
    I lupi e gli agnelli, 1970
    Sotterranea, 1971
    La maschera della morte rossa (co-produzione Zagreb film – Corona Cinematografica), 1971
    La gatta (co-produzione Zagreb film – Corona Cinematografica), 1973
    Underground, 1973
    Uva salamanna, 1974
    Nuvole, 1975
    Immagini, 1976
    Dedalo, 1976
    Ten to survive, 1979
    L’eroe dei due mondi (inserto in animazione per il film di Guido Manuli), 1993
    Canto XXVI° dell’Inferno di Dante, 1997
    Le Città Invisibili ,1998
    Il sogno di Aida (inserto in animazione per il film di Guido Manuli “Aida degli alberi”), 2001
    Lo spirito della notte (vai alla pagina) , 2018

    * Per vedere una selezione dei film di Manfredo Manfredi *

    La perenne riflessione di Manfredi sulla violenza, una violenza che perviene puntualmente alla distruzione, si traduce in un’opera di alta poesia che rimane nella memoria di molti. Nei suoi lavori, tutti vivamente policromi, l’autore si riferisce a parentesi amare di una società in sfacelo, e lo fa attraverso un mezzo filmico come il disegno in animazione e con mezzi squisitamente pittorici che propongono allo spettatore l’urgenza di problemi ormai non più differibili.Il cinema disegnato: storia e tecnica di Mario Pintus e Francesco Guido, 1992

    … Manfredo Manfredi è un pittore che, assai più degli altri, ha lavorato lungamente nell’ombra e per alcuni lustri non ha fatto mostre, partecipando alla vita artistica come un addetto ai lavori in incognito; ma il quadro della sua attività, se pure disegnato con una sorta di aristocratica solitudine, ora nelle professioni più assorbenti che esercita dal 1964, il cinema di animazione e la scenografia, ora dentro l’amata pittura, è quello di un professionista: anzi m’è capitato poche volte di festeggiare in un pittore non di carriera un baricentro di gusto così preciso e stabile, del resto assorbito negli anni della gioventù, quando, nel diplomarsi in scenografia alla Accademia di Belle Arti di Roma, Manfredo fu amico dei Pascali, dei Kounellis, dei Ceroli, dei Piruca, “giovani” che a quel tempo segnavano il clima nuovo delle ricerche e dei risultati in Italia, prima e a fianco della pop art.Marcello Venturoli, Catalogo della mostra 'Un viaggio tra pittura e animazione. L'arte di Manfredo Manfredi', 2002

    L’animazione di Manfredi è quanto di più sofisticato possa esistere: apparentemente effimera (distrugge gli originali in corso d’opera), ha mantenuto il respiro di un’arte indipendente e offre la chiave di lettura più veritiera dei suoi quadri e disegni.Oscar Cosulich, Catalogo della mostra 'Un viaggio tra pittura e animazione. L'arte di Manfredo Manfredi', 2002

    Credo che l’animazione sia uno di quei fatti creativi pieni perché è fatta di musica, di ritmi, di regia, una serie di fatti che convergono nell’opera, è appagante perché è un’opera a tutto tondo. Questa è la motivazione che mi do se mi chiedo perché faccio animazione, è un modo di esprimersi e questo è il mio modo di fare animazione, cercando l’immediatezza del segno, per questo mi piace disegnare e dipingere direttamente, perché è un modo di essere, una cifra.Manfredo Manfredi, da 'Il cinema d'animazione italiano oggi' di Sabrina Perucca

    Scritti sull’arte di Manfredo Manfredi

    Il pdf contiene i seguenti articoli:
    – Giannalberto Bendazzi, “Fantasia e chiarezza: Manfredo Manfredi”, NewCinema, 1971
    – Massimo Maisetti, “Dedalo”, Letture, 1976
    – Attilio Giovannini, “Concerto per matita ben temperata di Manfredi”, Linea Grafica, 1980
    – estratto da Mario Pintus e Francesco Guido, “Il cinema disegnato: storia e tecnica”, 1992
    – Sabrina Perucca, “L’arte di Manfredo Manfredi” + intervista, Il cinema d’animazione italiano oggi, 2008
    – dal catalogo della mostra “In viaggio tra pittura e animazione, l’arte di Manfredo Manfredi” (2002), tre interventi di Oscar Cosulich, Marcello Venturoli, Emidio De Albentis.

     

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