Manfredo Manfredi – Breve biografia e testi critici

Biografia
Manfredo Manfredi (1934), dopo aver frequentato a Roma la Facoltà di Architettura, nel 1958 si diploma in Scenografia all’Accademia di Belle Arti. Inizia la sua attività di scenografo nel 1960, come aiuto di Piero Filippone nel film Antinea, l’amante della città sepolta. Nel 1962 realizza i disegni per la sigla di Carosello e le scenografie di film, documentari e spettacoli televisivi. Cresce dunque nell’ambiente romano che è in quegli anni uno dei centri artistici più attivi al mondo: suoi amici sono Pascali, Kounellis, Ceroli, Piruca, che hanno segnato la ricerca artistica italiana. La sua sperimentazione nel campo del cinema d’animazione inizia nel 1963, con cortometraggi di denuncia sociale come Ballata per un pezzo da novanta (1966) sulla mafia siciliana, o Su sàmbene non est abba (Il sangue non è acqua, 1968), sul banditismo in Sardegna, che ottiene vari riconoscimenti tra cui il Nastro d’argento come miglior cortometraggio.
Dal 1968 al 1975 si dedica alla regia di numerosi film brevi prodotti dalla Corona Cinematografica. Del 1975 è Uva salamanna che vince il Festival cinematografico internazionale di Mosca. Nel 1977 ottiene la nomination all’Oscar come miglior cortometraggio d’animazione con Dedalo, e il Gran Premio al festival di Ottawa – in quel periodo il festival d’animazione più importante al mondo. Negli anni successivi diventa socio della romana Cineteam e realizza film istituzionali, special televisivi, decine di spot pubblicitari e sigle TV. I film più importanti di questo periodo, metà novanta, sono splendidi adattamenti cinematografici da opere letterarie: Il canto XXVI dell’Inferno, da Dante (si tratta del canto di Ulisse) e Le città invisibili da Italo Calvino. Nel contempo come pittore ha sviluppato la sua ricerca nell’ambito dell’espressionismo astratto, attività che continua tutt’oggi. “E’ un pittore che, assai più di altri, ha lavorato lungamente nell’ombra e per alcuni lustri non ha fatto mostre” scrive Marcello Venturoli, curatore di una grande personale dedicatagli a Roma nel 1992.  Dopo 20 anni interamente dedicati alla pittura ritorna al cinema d’animazione con un nuovo film dal titolo Lo spirito della notte, prodotto e diffuso in collaborazione con Nomadica. I suoi film sono stati più volte trasmessi dal programma “Fuori Orario – cose mai viste”, Raitre.

Biography
Manfredo Manfredi (1934) grows up in Rome where he goes to the Architecture faculty and he graduates from set design in 1958 at the “Accademia di Belle Arti”. He begins his set design’s work in the 1960, as the assistant director of Piero Filippone in the movie Antinea, l’amante della città sepolta. In the 1962 he makes the drawings for the italian Carosello’s tune and the set design of other movies, documentaries and television shows. He grows up in the work environment of Rome which in those years is one of the most active artistic centers in the world: his friends are 
Pascali, Kounellis, Ceroli, Piruca, who have signed the italian artistic research. His experimentation in the field of animation’s filmmaking begins in 1963, with short movies of social denounce like
Ballata per un pezzo da Novanta (1966) about sicilian mafia, or Su Sambene non est abba (Water is not Blood, 1968), about sardinian banditry, which obtains different eulogies in which the Nastro
D’argento as the best short movie. From the 1968 to the 1975 he works as director of many short movies produced by the Corona Cinematografica. Uva Salamanna made in the 1975 wins the International Cinematographic Festival of Mosca. In the 1977, with Dedalo, he obtains the nomination for the Oscar as the best animation short movie, and the Big Prize at the Ottawa’s festival – at that time the most important in the world animation movies festival. In the next
years he becomes member of the Cineteam in Rome and he makes istitutional movies, television special shows, dozens of Tv commercials and theme songs. 
The most important movies in the middle of the nineties years are wonderful screen adaptations from literary works: The Canto XXVI of the Inferno, by Dante (it is the canto of Ulisse ) and Le città invisibili by Italo Calvino. In the meanwhile, until nowadays, he has developed his research as a painter in the field of abstract expressionism.He is a painter who, much more than others, has worked for a long time in the shadow and for some decades he has not made exhibitions”, that is what Marcello Venturoli wrote, who was the superintender of a monograph exhibition dedicated to Manfredi in Rome in the 1992. After 20 years entirely dedicated to painting, he returns to the animation filmmaking, with a new movie called Lo spirito della notte, produced and distribuited in collaboration with Nomadica. Manfredi’s movies have been different times broadcasted by Raitre, the italian Tv chanel’s, in the programme “Fuori Orario – Cose mai viste”.

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Filmografia / Filmography
L’albero (co-realizzatore Guido Gomas), 1963
Ballata per un pezzo da novanta (co-realizzatore Guido Gomas), 1965
Terun, un treno dal sud (co-realizzatore Guido Gomas), 1966
Sonata per violino solo (co-realizzatore Guido Gomas), 1967
La spaccata (co-realizzatore Guido Gomas), 1967
Su sambene no est aba (“Il sangue non è acqua”, co-realizzatore Guido Gomas), 1968
Rotocalco, 1969
K.O., 1969
Il muro, 1970
I lupi e gli agnelli, 1970
Sotterranea, 1971
La maschera della morte rossa (co-produzione Zagreb film – Corona Cinematografica), 1971
La gatta (co-produzione Zagreb film – Corona Cinematografica), 1973
Underground, 1973
Uva salamanna, 1974
Nuvole, 1975
Immagini, 1976
Dedalo, 1976
Ten to survive, 1979
L’eroe dei due mondi (inserto in animazione per il film di Guido Manuli), 1993
Canto XXVI° dell’Inferno di Dante, 1997
Le Città Invisibili ,1998
Il sogno di Aida (inserto in animazione per il film di Guido Manuli “Aida degli alberi”), 2001
Lo spirito della notte (vai alla pagina) , 2018

* Per vedere una selezione dei film di Manfredo Manfredi *

La perenne riflessione di Manfredi sulla violenza, una violenza che perviene puntualmente alla distruzione, si traduce in un’opera di alta poesia che rimane nella memoria di molti. Nei suoi lavori, tutti vivamente policromi, l’autore si riferisce a parentesi amare di una società in sfacelo, e lo fa attraverso un mezzo filmico come il disegno in animazione e con mezzi squisitamente pittorici che propongono allo spettatore l’urgenza di problemi ormai non più differibili.Il cinema disegnato: storia e tecnica di Mario Pintus e Francesco Guido, 1992

… Manfredo Manfredi è un pittore che, assai più degli altri, ha lavorato lungamente nell’ombra e per alcuni lustri non ha fatto mostre, partecipando alla vita artistica come un addetto ai lavori in incognito; ma il quadro della sua attività, se pure disegnato con una sorta di aristocratica solitudine, ora nelle professioni più assorbenti che esercita dal 1964, il cinema di animazione e la scenografia, ora dentro l’amata pittura, è quello di un professionista: anzi m’è capitato poche volte di festeggiare in un pittore non di carriera un baricentro di gusto così preciso e stabile, del resto assorbito negli anni della gioventù, quando, nel diplomarsi in scenografia alla Accademia di Belle Arti di Roma, Manfredo fu amico dei Pascali, dei Kounellis, dei Ceroli, dei Piruca, “giovani” che a quel tempo segnavano il clima nuovo delle ricerche e dei risultati in Italia, prima e a fianco della pop art.Marcello Venturoli, Catalogo della mostra 'Un viaggio tra pittura e animazione. L'arte di Manfredo Manfredi', 2002

L’animazione di Manfredi è quanto di più sofisticato possa esistere: apparentemente effimera (distrugge gli originali in corso d’opera), ha mantenuto il respiro di un’arte indipendente e offre la chiave di lettura più veritiera dei suoi quadri e disegni.Oscar Cosulich, Catalogo della mostra 'Un viaggio tra pittura e animazione. L'arte di Manfredo Manfredi', 2002

Credo che l’animazione sia uno di quei fatti creativi pieni perché è fatta di musica, di ritmi, di regia, una serie di fatti che convergono nell’opera, è appagante perché è un’opera a tutto tondo. Questa è la motivazione che mi do se mi chiedo perché faccio animazione, è un modo di esprimersi e questo è il mio modo di fare animazione, cercando l’immediatezza del segno, per questo mi piace disegnare e dipingere direttamente, perché è un modo di essere, una cifra.Manfredo Manfredi, da 'Il cinema d'animazione italiano oggi' di Sabrina Perucca

Scritti sull’arte di Manfredo Manfredi

Il pdf contiene i seguenti articoli:
– Giannalberto Bendazzi, “Fantasia e chiarezza: Manfredo Manfredi”, NewCinema, 1971
– Massimo Maisetti, “Dedalo”, Letture, 1976
– Attilio Giovannini, “Concerto per matita ben temperata di Manfredi”, Linea Grafica, 1980
– estratto da Mario Pintus e Francesco Guido, “Il cinema disegnato: storia e tecnica”, 1992
– Sabrina Perucca, “L’arte di Manfredo Manfredi” + intervista, Il cinema d’animazione italiano oggi, 2008
– dal catalogo della mostra “In viaggio tra pittura e animazione, l’arte di Manfredo Manfredi” (2002), tre interventi di Oscar Cosulich, Marcello Venturoli, Emidio De Albentis.

 

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