Le opere d’artista di Antonello Matarazzo
« […] Per sintetizzare la figura di Matarazzo potremmo dire che è un caso indicativo di media-maker, essendo ormai da anni inserito in un territorio particolare della medialità. Egli si offre allo sguardo dei critici più attenti per sottolineare il fatto che la dimensione artistica ordinaria è stata già superata, per cui chi vuole continuare a perseguire una strada sperimentale deve scoprire dall’interno l’universo della comunicazione e, quindi, deve associare l’immagine del tutore, del correttore ortopedico, con quella della pittura, della fotografia, del cinema e del video in maniera expanded (long-drawn-out). […] »
– Gabriele Perretta
“… à rebours de l’écran” – catalogo Steak&Steel, International Printing Editore, Avellino 2005
« […] Redenzione: ecco, è questa la parola chiave. Come quella ventosa cattedrale di ruggine attende-disattende la sua improbabile-utopica rifunzionalizzazione (per usare un altro monstrum italoburocratico), così ecco noi corpi variamente danneggiati d’imperfetti bipedi sublunari, eccoci a chiedere mercè, a disperatamente vagheggiare la salute, una qualche salute, un’irresistibile salute precaria. […] Ci battiamo il petto, ci fustighiamo per quelle ferite, quei tagli e quegli sbreghi che rechiamo, che ci segnano in profondo, che più non possiamo dissimulare – che oscuramente, insomma, sappiamo bene essere colpa nostra, e di nessun altro […] Ecco: la forma della carovana – l’andare in fila indiana verso la forma simbolica di quel mulino le cui pale, malgrado tutto, continuano a girare – è un’altra forma simbolica di quelle eloquenti. Uno dietro l’altro, noi imperfetti, in icastica social catena leopardiana. […] »
– Andrea Cortellessa
(dall’introduzione del libro/cd/dvd Miserere – ed. Squilibri, Roma 2006)