Cristina Mantis

Il carnevale di Dolores

Italia, 2008, 01:15:00
produzione: Rio film – Cristina Mantis- Filippo Mauceri – Michele Afferrante
formato: Beta SP – DVD
di Cristina Mantis

Il film documentario “Il carnevale di Dolores” inizia con una sorta di prologo di Evio Botta, “sindaco dei barboni”. Da qui si passa alla storia dell’estrosa ed eccentrica Giuseppina Coluccelli detta “Dolores” e di tutte le sue rocambolesche vicissitudini per ottenere una casa. Nell’arco di circa sette anni assistiamo alla sua talvolta esilarante ma di certo amara deriva, che la porta dapprima a lasciare dallo sgabuzzino di una fatiscente pensione dove riparava la notte (culminante con l’intervento della polizia e l’arresto della proprietaria) e, successivamente, alla strada… Durante il disagiato percorso, tutta una serie di “sconfinamenti” ed incontri fortuiti con chi popola il mondo sommerso dei senza dimora, in cui pure confluisce l’eco dei “nuovi poveri”.
Co-protagonisti del doc ambientato quasi interamente a Roma, altri due senza dimora: Marcello Sediani ed Evio Botta. Il primo è un barbone alla disperata ricerca di una casa che riuscirà, con suo sommo orgoglio, ad equipaggiare alla meglio una roulotte scoperta a Ostia, in via Modesta Valenti, la strada “virtuale” creata dal comune. L’altro è appunto Evio Botta, sindaco dei barboni, da anni strenuo difensore dei suoi “cittadini” e delle sue idee sullo scollamento esistente tra lo stato e le emergenze di chi si vede negato il diritto ad abitare.
Dopo un’incursione nel Centro Docce di San Martino ai Monti dove un numero esiguo di volontari, capitanati da Suor Maria Carla, si dà da fare come può per dare ai bisognosi almeno la possibilità di farsi una doccia e cambiarsi d’abito, è proprio Evio che, nella sua invettiva contro il significato offensivo dei dormitori, suggerisce una possibile soluzione, sostenendo la necessità di creare al più presto delle case famiglia “autogestite”, in cui ciascuno possa avere una propria camera da abitare, e portando ad esempio quanto è stato realizzato con il progetto “Gli amici di Valentina”. L’abitazione che, seppur fatiscente, offre tuttora un domicilio dignitoso a un gruppo di persone disagiate, risale infatti a un suo stesso progetto, realizzato – dopo molte battaglie – nel 1990 assieme ad Adamo Di Pippo, rappresentante della “Via Lattea Onlus” , associazione che si occupa dei senza tetto, e che è volta più che ad una forma di assistenzialismo ad un vero e proprio reinserimento. Da qui sembra quasi naturale il passaggio ad Emmaus, il movimento di comunità creato dall’Abbè Pierre nel lontano 1949, in cui la regola principe è la condivisione e l’auto-sostentamento attraverso un mercatino in cui merce di seconda mano, lucidata e messa a nuovo, diventa per i membri della comunità un’occupazione e il pane con cui dignitosamente nutrirsi. Incongruenze nell’assistenza sociale, mani legate del volontariato, carenza di strutture per un effettivo reinserimento e molti luoghi comuni sui barboni, difficili da sradicare.
Su tutto, domina il filtro della coraggiosa autoironia che caratterizza le diverse persone che via via s’incontrano e che, come Dolores, anche se non risolveranno i propri problemi, manterranno sempre intatta la loro speciale capacità di astrarsi dalla loro povertà, senza mai concedere l’anima alla miseria.

 

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