Nomadica • Capo d’Orlando, 1 agosto 2015
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h10.30 Colazione in Pinacoteca
to Make Movies (at Home)
Incontro aperto con l’intervento di
Paolo Simoni e Mirco Santi (Home Movies)
e Luca Ferri
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Home Movies
L’Archivio Nazionale del Film di Famiglia è nato oltre dieci anni fa con l’obiettivo di salvare e trasmettere il cinema amatoriale e familiare, un patrimonio audiovisivo nascosto e inaccessibile. L’Archivio è stato fondato ed è tuttora gestito da Home Movies, l’associazione di un gruppo di ricerca formatosi all’inizio degli anni duemila con l’intento di promuovere e organizzare lo studio, l’archiviazione e la valorizzazione del cinema amatoriale e familiare.
Home Movies raccoglie dunque le pellicole cinematografiche conservate dalle famiglie italiane, con l’impegno di prendersi cura dei veri e propri archivi filmici che esse custodiscono. Col tempo il raggio d’interesse e azione di Home Movies si è allargato, includendo nell’attività di recupero anche gli archivi audiovisivi in possesso di soggetti diversi come imprese, scuole, parrocchie, associazioni, e altro.
www.homemovies.it • https://www.facebook.com/archiviohomemovies
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Luca Ferri
luca ferri (bergamo, 1976) si occupa di immagini e parole.
tra il 2005 e 2008 ha realizzato corto-, medio- e lungometraggi che hanno partecipato a rassegne e concorsi.
nel 2011 magog [o epifania del barbagianni] è stato presentato a bergamo; nel 2012 è stato selezionato da diversi festival, tra cui la 48^ mostra del nuovo cinema.
il lungometraggio ecce ubu (2012) è stato presentato presso gallerie e mostre d’arte.
il cortometraggio kaputt/katastrophe (2012) ha partecipato in concorso al festival cinemazero di trento e dal 2014 è distribuito da visual container.
i suoi lavori sono stati prodotti da lab80film e acquisiti dal circuito nomadica.
nel 2012 è stato selezionato per i laboratori di filmmaker presso la “fabbrica del vapore” (milano) tenuti da ben rivers, michelangelo frammartino, leonardo di costanzo.
nel 2013 il film habitat [piavoli], ritratto del famoso regista bresciano girato insieme a claudio casazza, viene selezionato al torino film festival e nel corso del 2014 viene proiettato presso festival e sale cinematografiche, tra cui il laceno d’oro e il neue heimat film festival.
nel 2014 il lungometraggio abacuc viene presentato in anteprima al 29º festival internacional de cine de mar del plata e successivamente al 32º torino film festival e a filmmakerfest. vai alla pagina dell’autore • http://www.ferriferri.com/
cliccando qui è possibile consultare la biografia ragionata di luca ferri, redatta con particolare cura ed attenzione dal compositore dario agazzi.
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h18.45 Biblioteca
Tempi inattesi | Immagini improvvise
(proiezione segreta con la presenza dell’autore)
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[two_third] [/two_third] [one_third_last]h21.45 Miramare – Monte della Madonna
Calle de la Pietà
(Italia, 2010, 59′)
un film di Mario Brenta e Karine De Villers
incontro con gli autori
Calle de la Pietà è la cronaca reale e immaginaria, rivissuta oggi, dell’ultimo giorno di vita di Tiziano Vecellio, ventiquattr’ore tra il mattino del 26 agosto 1576 e il mattino successivo, e dell’ultimo suo quadro, la Pietà. Più che un racconto, il film è una riflessione sull’esistenza e sulla funzione dell’arte che non è altro che il desiderio di cogliere il segreto del mondo, di possederlo ma soprattutto di dominarlo, dominandone il tempo.
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[/one_third_last]Karine De Villers
Karine de Villers, danese di origine, antropologa debutta nella regia con “Je suis votre voisin” che ottiene il premio FIPA d’Or a Cannes per il miglior cortometraggio e il Premio per il Miglior Film Europeo al festival di Créteil. Seguono “Le petit château”, un documentario sull’immigrazione e “Comme je la vois” ritratto della propria madre negli anni ’70 che ottiene il Gran premio della Società degli Autori a Parigi nel 2003. Nel 2007 un film-ritratto “Luc de Heusch, un pensiero selvaggio” ritratto del noto antropologo e cineasta belga che ha ricevuto numerosi premi e consensi nei maggiori festival internazionali. Nel 2010 realizza assieme a Mario Brenta “Calle de la Pietà”, seguito da “Agnus Dei” (2012) e “Corpo a Corpo” (2014) che ottiene il Gran Premio al Festival di Praga. Del 2015 è l’episodio “Black Light”, sempre in co-regia con Mario Brenta che fa parte del film collettivo “Darkness”.
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Mario Brenta
Regista, sceneggiatore, direttore della fotografia ha realizzato diversi film sia di finzione che documentari che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti e premi nei maggiori festival internazionali: Cannes, Venezia, Berlino.… Fra questi: “Vermisat”, “Maicol”, “Barnabo delle montagne”, “Robinson in laguna” e, più recentemente in co-regia con Karine de Villers, “Calle de la Pietà”, “Agnus Dei”, “Corpo a Corpo”, “Black Light”. Mario Brenta è uno dei fondatori di Ipotesi Cinema, la scuola-non-scuola ideata da Ermanno Olmi nella quale è stato attivo per più di un ventennio ed è inoltre docente di Cinematografia presso l’Università di Padova e ha tenuto corsi presso svariate università italiane ed estere.
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a seguire
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Proiezioni, code di comete:
Stan Brakhage, Nathaniel Dorsky
_ a cura di Rinaldo Censi_
(proiezioni in 16mm)[/one_third_last]
Variations di Nathaniel Dorsky (Usa, 1992-98, 24′)
Variations è stato chiuso nello stesso periodo in cui giravo inquadrature supplementari per un altro mio film intitolato Triste. Che tenero caos, che fiotto di rime luminose può rivelare il cinema fuori dalla portata delle parole diurne. Nell’età del Bronzo molteplici santuari sono stati costruiti per fini lenitivi. Una delle attività principali era quella del sonno riparatore. Questo montaggio parla secondo quella tradizione. (Nathaniel Dorsky)
Jane di Stan Brakhage (Usa, 1985, 13′)
Qualcuno mi ha detto che il soggetto del film è la luce, ma Jane (che lo considera un ritratto; ad esempio, lei si vede all’interno) dice «Tu mi hai donato la luna e sette stelle», e io ho firmato il film semplicemente: Stan. (Stan Brakhage)
The Dead di Stan Brakhage (Usa, 1960, 11′)
Dovevo trovare, capire, quanto a The Dead, che in qualche modo tutte le immagini della morte e tutti i concetti che vi si riferiscono sono mediate dalla vita. (…) Il cimitero di Père Lachaise, la Senna (…). The Dead divenne il mio primo lavoro in cui cose che potevano facilmente essere prese per simboli venivano fotografate in modo da distruggere ogni potenziale simbolico. (Stan Brakhage)
Made Manifest di Stan Brakhage (Usam 1980, 11′)
Il film è così bello che sono quasi scoppiato a piangere. Con Made Manifest di Stan Brakhage, è la prima volta che vengo colpito così profondamente da un film sperimentale. La purezza del silenzio e dell’espressione visiva mi ha davvero arricchito. (uno spettatore, IMDB)
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Rinaldo Censi
Rinaldo Censi scrive, traduce e programma film. Ha insegnato presso l’Università di Pavia (Storia e Filologia del cinema). Scrive regolarmente per il quotidiano italiano Il manifesto e per diverse riviste specializzate (Alfabeta2, Fata Morgana, Cineforum, Filmcritica, Doppiozero). Ha scritto un libro sulle dive italiane del cinema muto (Formule di Pathos, 2008) e uno su Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi (2013). Ha recentemente pubblicato il suo ultimo libro, Copie originali. Iperrealismi tra pittura e cinema (Johan & Levi, 2014). Collabora con la Nuova Accademia Belle Arti Milano (NABA) e con la Fondazione Cineteca di Bologna, per la quale ha curato il dvd delle Histoire(s) du cinéma di Jean-Luc Godard (2010). Ha anche curato programmi su diversi filmmaker, tra questi: Charley Bowers, Jean Eustache, Pedro Costa, Peter Tscherkassky, Phil Solomon, Straub-Huillet, Peter Kubelka, Philippe Garrel, Karl Kels.
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