Impressio in urbe – Bologna
un film di Giuseppe Spina
Italia, 2017, 16’55”, Super8 / HD
operatore Super8: Mirco Santi
operatori video, audio, foto: Livia Aiello, Mina Azmoodeh, Jessica Colleluori, Noemi Diamantini, Elisa Florian, Alice Gangemi, Isabella Marconi, Giorgia Minoli, Marianna Riccardini, Ambra Iride Sechi, Nicolas Sperati
con Piera Bortolotti, Giulia Mazzone e l’intervento di Maurizio Bottarelli
musica: Sergio Spampinato, Giuseppe Spina
realizzato e distribuito da: Nomadica – Centro per il cinema di ricerca
con il supporto di: Accademia di Belle Arti di Bologna
con la collaborazione di: Home Movies – Archivio Nazionale del film di famiglia
Grafica: ilcanediPavlov
Il film è stato inserito in MOVIMCAT/The Moving Image Catalog
Il film è stato acquisito dal Department of Cinema Studies & Moving Image Arts dell’Università del Colorado (USA).
Screenings:
Disorder Festival, Eboli – Italia, Agosto 2019
L’Œil d’Oodaaq – screening of art vidéos during February 2019 at the library La Grande Passerelle in Saint-Malo, France
Movimcat – The Moving Image Catalog (online) Febbraio 2019
Short Waves Festival: Best of Urban View, Kino Pałacowe, Poznań, Poland 5th November 2018
Festival de cine extremo de Veracruz (Mexico) Octubre 2018
Festival Internacional de Cine de Ponferrada – finalist of the ARC competition (Films and Architecture), organized in collaboration with FUNCOAL (Cultural Foundation of the College of Architects of León) – Spain, septiembre/octubre 2018
Festival de Cine Experimental de Bogotá | CineAutopsia – Colombia, mayo 2018
Festival Oodaaq – Images Nomades & Poétique (Rennes + Saint Malo) – France, mai/juin 2018
Short Waves Festival, Poznań – Poland, 20-25th March 2018
Festival Regards sur le cinéma du monde, Paris/Rouen – France, 26janvier/2février 2018
Fincortex – Festival Internacional de Cortometrajes Experimentales, Tunja – Colombia, 27 diciembre 2017
Lecce Film Fest – Festival del cinema invisibile, Lecce – Italia, 9 dicembre 2017
Festival CinemaZERO, Trento – Italia, 2 dicembre 2017
Meta-Cinema 2017, Accademia di Belle Arti di Bologna – Italia, 29 novembre 2017
INVIDEO – Mostra internazionale di video e cinema oltre, Milano – Italia, 17 novembre 2017
Archivio Aperto 2017 – Home Movies, Bologna – Italia, 1 Novembre 2017
Sinossi/Synopsis
“Impressio in-urbe” percorre le testure dello spazio urbano: la materialità delle architetture, di angoli e prospettive, i disegni delle pavimentazioni, le piazze, i mattoni; è una scomposizione in dettagli del “manto” della città da cui emerge la materia lacerata, apparentemente immobile ma in continua connessione, nei secoli, con la moltitudine che la abita. “Impressio” è l’impronta, la traccia che ogni cosa e ogni gesto lasciano di sé, identikit (e vivisezione) dello spazio e del tempo della città, che restituisce a noi il suo sguardo.
Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee di una mano,scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole. (Italo Calvino, Le città invisibili)
“Impressio in-urbe” goes through the textures of the urban space: the materiality of architectures, corners and prospectives, the drawings of pavings, the squares, the bricks; it’s a detailed decomposition of the city’s “cloak” from which the broken matter emerges, seemingly immovable but in a continuous connection, in the centuries, inhabited by its moltitude.”Impressio” is the print, the mark which all things and every gesture leave of itself, the “identikit” (and vivisection) of the city’s space and time, which gives back to us its view.
“The city, however, does not tell its past, but contains it like the lines of a hand, written in the corners of the streets, the gratings of the windows, the banisters of the steps, the antennae of the lightning roads, the poles of the flags, every segment marked in turn with scratches, indetations, scrolls.” (Italo Calvino, Invisible Cities)
“Questo film vuole essere un pugno nello stomaco all’ “orizzonte”, a ogni tentativo di architettura come insieme omogeneo, vuole essere un inno alla piega, alla macchia invisibile che ci circonda, all’elemento sfaldato, sdentato. La città messa-a-fuoco, la sua impronta fugace, le sue trame nascoste, i salti sulle campiture, i colori delle terre. Si spezza dunque “l’architettura dell’insieme”, si molecolarizza lo sguardo, si fissano i colpi di pennello, i singoli elementi, le fattezze ignote di archi e cancelli, e si restituisce così il grande lavoro di ogni singolo uomo, anonimo artigiano urbano, nel tempo” (gs)
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